attualmente al cinema: DOGVILLE di Lars Von Trier

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critique musical
00giovedì 11 dicembre 2003 22:58
Una donna inseguita da Gangsters arriva per caso a Dogville, piccola cittadina americana abitata solamente da 8 famiglie.
Inizialmente gli abitanti dimostrano gentilezza e affetto, accogliendola e ospitandola.
Tutto corre liscio, ma poco a poco gli abitanti mostrano il vero volto: in realtà essi sono vili sfruttatori, schiavizzano la donna fino a sfinirla per soddisfare i propri bisogni.
Se esistesse un Saddam Hussein del cinema, quello è sicuramente Mr.Lars Von Trier.
Scusate il termine "Saddam Hussein", chiaramente niente a che vedere col terrorismo, pero' l'attacco di Von Trier contro l'America è veramente esagerato, esageratamente esagerato.
Ora capisco il perchè Dogville è stato fatto a pezzi dai critici americani.
Anch'io, se fossi americano, l'avrei fatto a pezzi.
Ma forse posso permettermi di farlo anche se non lo sono.
Il fatto che Von Trier voglia a tutti i costi (e sottolineo, A TUTTI I COSTI) provocare irrita parecchio... questa volta ha veramente superato i limiti.
Non pensate che io abbia un odio personale verso Von Trier, non è così; l'ho difeso quando certi critici lo distruggevano e ho amato alla follia Dancer in the dark.
Ma non posso tollerare tutto questo odio (o peggio ancora, falso odio)
E sono pieno di domande.
Perchè la scelta della "non"scenografia? Infatti, al posto delle case e delle strade ci sono solo disegni coi gessi, peggio del teatro; l'attenzione verso i dialoghi e i personaggi non ne ha certo beneficiato, se era questo l'intento del regista.
Perchè questo "anticonformismo"? Questi non si possono chiamare esperimentazioni o tecniche, no... e quale dogma!
E tra tutte queste incertezze, appare l'unica certezza: Nicole Kidman, in stato di grazia (non per niente il suo personaggio si chiama Grace)
Ma nemmeno lei riesce a salvare il film.
L'ironia dei titoli di coda è raccappricciante.


Frya
00mercoledì 24 dicembre 2003 00:36
A me è piaciuto molto.
Mostra quanto la gente sia bigotta e tremendamente egoista. Anche quando la grazia (Grace) le si presenta in tutta la sua semplice bontà e disponibilità, ogni elemento di questa massa ipocrita non fa che approfittarne in un inquietante crescendo, x soddisfare i propri porci comodi, perdendo il controllo e divenendo sempre più simili ad animali, a cani (->Dogville).
Grace si sottomette, si dà a questi cani fino all'ultimo granello della sua energia e rimane esausta, violentata e stuprata.
Anche un mondo ridotto all'essenziale (pochissimi esemplari di persone, assenza di scenografia, di azione, di elementi decorativi) rimane incredibilmente complesso e vi si possono riscontrare gli irrisolvibili problemi dell'umanità.
critique musical
00mercoledì 24 dicembre 2003 11:19
a quanto pare la pensiamo in maniera opposta.
quasto film è fasullo come la sua scenografia e i suoi abitanti.
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