Anabattisti

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La Primula Rossa
00lunedì 15 ottobre 2007 18:49
W 15/5/04


Chi erano gli anabattisti?

CHI visita per la prima volta il centro di Münster, nella regione tedesca della Vestfalia, non può fare a meno di notare tre gabbie di ferro appese al campanile di una chiesa. A eccezione di qualche breve periodo, le gabbie sono lì da quasi 500 anni. In origine contenevano i corpi di tre uomini che erano stati torturati e giustiziati pubblicamente. Gli uomini erano anabattisti e le gabbie sono ciò che resta del loro regno.

Chi erano gli anabattisti? Come iniziò il loro movimento e quali erano i loro principali insegnamenti? Perché quegli uomini furono giustiziati? E che legame c’è fra le tre gabbie e un regno?

Riformare la Chiesa, ma in che modo?

Verso la fine del XV e l’inizio del XVI secolo aumentarono le critiche nei confronti della Chiesa Cattolica Romana e del clero. La chiesa era piena di corruzione e immoralità, perciò molti ritenevano che fossero necessari grandi cambiamenti. Nel 1517 Martin Lutero chiese pubblicamente una riforma e altri si unirono al dibattito. La Riforma protestante stava prendendo piede.

I fautori della Riforma non avevano le stesse idee su ciò che si doveva fare o su quanto radicali dovessero essere i cambiamenti. Molti riconoscevano la necessità di attenersi alla Bibbia in materia di adorazione, ma non riuscivano a trovare un accordo nemmeno sull’interpretazione degli insegnamenti biblici. Alcuni pensavano che la Riforma procedesse troppo lentamente e fu proprio tra questi riformatori che mise radice il movimento anabattista.

“A rigor di termini, non ci fu solo un movimento battista, ma diversi”, scrive Hans-Jürgen Goertz in un suo libro. (Die Täufer: Geschichte und Deutung) Per esempio, nel 1521 quattro uomini noti come i profeti di Zwickau causarono scompiglio predicando le dottrine anabattiste a Wittenberg. E nel 1525 si formò un gruppo separato di anabattisti a Zurigo, in Svizzera. Comunità anabattiste nacquero anche in Moravia, ora Repubblica Ceca, e nei Paesi Bassi.

Battesimo per i bambini o per gli adulti?

In genere le comunità anabattiste erano piccole e i membri si comportavano in maniera pacifica. Non nascondevano le loro credenze, anzi predicavano agli altri. Le dottrine fondamentali degli anabattisti furono definite nel 1527 nella cosiddetta Confessione di Schleitheim. Tra le altre cose, gli anabattisti rifiutavano di imbracciare le armi, si tenevano separati dal mondo e scomunicavano i peccatori. Ma ciò che distingueva nettamente la loro fede da altre confessioni era la convinzione che il battesimo fosse per gli adulti e non per i bambini.

Il battesimo degli adulti non riguardava semplicemente un dogma religioso, era una questione di potere. Se il battesimo fosse stato rinviato all’età adulta, permettendo così alla persona di prendere una decisione basata sulla fede, alcuni avrebbero potuto non battezzarsi affatto. E gli individui non battezzati sarebbero rimasti, almeno in una certa misura, fuori dalla sfera di influenza della chiesa. Per alcune chiese il battesimo degli adulti significava una perdita di potere.

Per questo, sia cattolici che luterani cercavano di scoraggiare la pratica del battesimo degli adulti. Dopo il 1529, almeno in alcune zone, chi battezzava gli adulti e chi si battezzava in età adulta rischiava la pena capitale. Il giornalista Thomas Seifert spiega che gli anabattisti erano “aspramente perseguitati in tutto il Sacro Romano Impero Germanico”. La persecuzione raggiunse l’apice a Münster.

La Münster del Medioevo cerca un cambiamento

Nel Medioevo Münster contava circa 10.000 abitanti ed era protetta da un sistema difensivo pressoché inespugnabile che aveva un perimetro di circa cinque chilometri e un’ampiezza di una novantina di metri. La situazione all’interno della città, comunque, era molto più instabile delle sue difese. Il catalogo della mostra sugli anabattisti che si è tenuta nel museo della città parla di “dispute politiche interne tra il consiglio cittadino e le corporazioni artigiane”. Inoltre gli abitanti erano indignati per il comportamento del clero. Münster abbracciò la Riforma e da città cattolica divenne luterana nel 1533.

Uno dei più importanti predicatori riformisti di Münster fu Bernhard Rothmann, uomo piuttosto irruente. Friedrich Oehninger scrisse riguardo a Rothmann: “Le sue vedute divennero decisamente anabattiste; lui e i suoi compagni rifiutavano di battezzare i bambini”. Egli ottenne il consenso popolare a Münster, benché alcuni considerassero estremistiche le sue idee. “Gli amanti del vecchio ordine, sentendosi a disagio e spinti da un brutto presentimento, lasciarono via via la città. A Münster accorsero anabattisti da ogni luogo, nella speranza di vedere realizzati i loro ideali”. Questa concentrazione di anabattisti a Münster diede il via a una terribile successione di eventi.

Assediata la Nuova Gerusalemme

Due olandesi immigrati a Münster, Jan Matthys, un panettiere di Haarlem, e Jan Bockelszoon, conosciuto come Giovanni di Leida, avrebbero avuto un ruolo decisivo nella vicenda. Matthys asseriva di essere un profeta e proclamò che l’aprile 1534 avrebbe visto la seconda venuta di Cristo. Si diceva che la città era la Nuova Gerusalemme di cui parla la Bibbia e il clima si fece apocalittico. Rothmann dispose che tutte le proprietà fossero messe in comune. I cittadini adulti dovevano scegliere: battezzarsi o andarsene. I battesimi di massa inclusero anche chi si sottopose all’immersione solo per non perdere la propria casa e i propri beni.

Le altre comunità rimasero a guardare attonite mentre Münster diventava la prima città in cui gli anabattisti costituivano la maggiore forza politica e religiosa. Secondo quanto afferma un libro sull’argomento, a causa di ciò la città attirò su di sé “l’ostilità di tutto il Sacro Romano Impero Germanico”. (Die Täufer zu Münster) Il conte Franz von Waldeck, principe vescovo locale, radunò un esercito, composto sia da luterani che da cattolici, per porre l’assedio a Münster. Queste due confessioni, che in precedenza erano state sui fronti opposti della Riforma e che presto sarebbero venute ai ferri corti nella guerra dei Trent’anni, unirono le forze contro gli anabattisti.

La fine del regno anabattista

La potenza dell’esercito assediante non intimorì coloro che erano protetti dentro le mura della città. Nell’aprile 1534, presunta data della seconda venuta di Cristo, Matthys uscì dalla città su un cavallo bianco aspettandosi la protezione divina. Immaginate l’orrore dei suoi sostenitori quando, affacciandosi da sopra le mura della città, videro le truppe d’assedio farlo a pezzi e infilzare la sua testa su un palo.

Giovanni di Leida divenne il successore di Matthys e fu chiamato re Jan degli anabattisti di Münster. Dal momento che nella città c’erano più donne che uomini, egli cercò di bilanciare lo squilibrio incoraggiando gli uomini a prendere tutte le mogli che volevano. Per capire a quali estremi fosse andato il regno anabattista di Münster basta ricordare che, mentre adulterio e fornicazione erano punibili con la morte, la poligamia era tollerata se non addirittura incoraggiata. Il re Jan stesso prese 16 mogli. Quando una di loro, Elisabeth Wandscherer, gli chiese il permesso di lasciare la città, fu decapitata pubblicamente.

L’assedio durò 14 mesi, fino al giugno 1535, quando la città cadde. Münster non rivide una distruzione simile fino alla seconda guerra mondiale. Rothmann sfuggì alla cattura mentre il re Jan e altri due anabattisti che erano a capo del movimento furono presi, torturati e giustiziati. I loro corpi furono posti in gabbie e appesi al campanile della chiesa di S. Lamberto. Questo doveva “servire da terribile monito per tutti i potenziali agitatori”, spiega Seifert. Sì, immischiarsi nella politica portò conseguenze disastrose.

Che accadde alle altre comunità anabattiste? Furono perseguitate per diversi anni in tutta Europa. La maggior parte degli anabattisti si attenne agli ideali pacifisti, benché ci fosse una minoranza belligerante. In seguito l’ex sacerdote Menno Simons si pose a capo degli anabattisti e infine il movimento divenne noto come mennonita o assunse altri nomi.

Le tre gabbie

Gli anabattisti erano essenzialmente persone devote che cercavano di attenersi ai princìpi biblici. Ma a Münster degli estremisti li indussero ad abbandonare i loro obiettivi per immischiarsi nella politica, cosa che mutò il movimento in una forza rivoluzionaria. Questo significò il disastro per il movimento anabattista e per la città.

I terribili eventi che si verificarono cinque secoli fa vengono richiamati alla mente di chi visita il centro della città. Da cosa? Dalle tre gabbie di ferro che pendono dal campanile della chiesa.

[Nota in calce]

Questo articolo non prende in esame le argomentazioni a favore o contro il battesimo dei bambini. Per ulteriori dettagli sul soggetto, vedi l’articolo “Si dovrebbero battezzare i bambini?” nella Torre di Guardia del 15 marzo 1986.

[Foto a pagina 13]

Il re Jan fu torturato, giustiziato e appeso al campanile della chiesa di S. Lamberto
La Primula Rossa
00lunedì 15 ottobre 2007 18:50
W 15/11/87


Gli anabattisti e “il modello di sane parole”

L’APOSTOLO Paolo avvertì che dopo la sua morte cristiani apostati paragonabili a “oppressivi lupi” si sarebbero insinuati fra il gregge di Dio e avrebbero cercato di “trarsi dietro i discepoli”. In che modo? Introducendo tradizioni e insegnamenti falsi per travisare la verità delle Scritture. — Atti 20:29, 30; 1 Timoteo 4:1.

Fu per questa ragione che Paolo esortò il giovane Timoteo: “Continua a tenere il modello di sane parole che hai udito da me con la fede e l’amore riguardo a Cristo Gesù. Custodisci questo eccellente deposito per mezzo dello spirito santo che dimora in noi”. In che cosa consisteva questo “modello di sane parole”? — 2 Timoteo 1:13, 14.

Stabilito “il modello”

Tutti i libri delle Scritture Greche Cristiane furono completati nel I secolo della nostra era volgare. Anche se ebbero scrittori diversi, lo spirito santo o forza attiva di Dio fece sì che tali libri fossero coerenti non solo intrinsecamente, ma anche con le precedenti Scritture Ebraiche. In tal modo, si formò un “modello” di sani insegnamenti scritturali al quale i cristiani dovevano attenersi, così come seguivano il “modello” lasciato loro da Gesù Cristo. — 1 Pietro 2:21; Giovanni 16:12, 13.

Che ne fu di questo “modello di sane parole” durante i secoli spiritualmente bui che seguirono la morte degli apostoli? Furono in molti quelli che sinceramente cercarono di riscoprirlo, anche se per vederne il completo ripristino si doveva aspettare sino al “tempo della fine”. (Daniele 12:4) A volte si trattò di una voce solitaria, mentre in altri casi fu un piccolo gruppo di persone a cercare “il modello”.

Sembra che una di queste minoranze siano stati i valdesi, vissuti in Francia, in Italia e in altre zone dell’Europa tra il XII e il XIV secolo. In seguito da questo movimento emersero gli anabattisti. Chi erano gli anabattisti, e a cosa credevano?

Le principali dottrine

Gli anabattisti salirono alla ribalta per la prima volta nel 1525 a Zurigo, in Svizzera. Da quella città il loro credo si diffuse rapidamente in molte parti dell’Europa. La Riforma che ebbe inizio nella prima parte del XVI secolo aveva cambiato qualcosa, ma secondo gli anabattisti non si era spinta abbastanza in là.

Nel loro desiderio di ritornare agli insegnamenti dei cristiani del I secolo, essi rifiutarono molti più dogmi cattolici di quanti non ne avessero rifiutati Martin Lutero e altri riformatori. Ad esempio, gli anabattisti sostenevano che era possibile dedicarsi a Cristo soltanto da adulti. A motivo della loro consuetudine di battezzare gli adulti, anche quelli che già erano stati battezzati da piccoli, furono chiamati “anabattisti”, ossia “ribattezzatori”. — Matteo 28:19; Atti 2:41; 8:12; 10:44-48.

“Per gli anabattisti la vera Chiesa era una comunità di credenti”, scrive R. J. Smithson nel suo libro The Anabaptists—Their Contribution to Our Protestant Heritage. Come tali, si consideravano una società di credenti all’interno della collettività, e in un primo tempo non avevano ministri appositamente addestrati o retribuiti. Come i discepoli di Gesù, erano predicatori itineranti che visitavano città e villaggi per parlare alla gente nei mercati, nelle botteghe e nelle case. — Matteo 9:35; 10:5-7, 11-13; Luca 10:1-3.

Ogni singolo anabattista era considerato personalmente responsabile verso Dio: aveva il libero arbitrio e mostrava la propria fede mediante le opere, ma riconosceva che la salvezza non dipende dalle sole opere. Se qualcuno contravveniva alla fede, poteva essere espulso dalla congregazione. La riammissione avveniva solo dopo che aveva dimostrato il dovuto pentimento. — 1 Corinti 5:11-13; confronta 2 Corinti 12:21.

La loro visione del mondo

Gli anabattisti si rendevano conto di non poter riformare il mondo. Anche se la chiesa si era alleata allo stato sin dai tempi dell’imperatore romano Costantino nel IV secolo E.V., loro non pensavano che lo stato fosse diventato cristiano. Dalle parole di Gesù sapevano che un cristiano non doveva ‘far parte del mondo’, anche se questo voleva dire essere perseguitati. — Giovanni 17:15, 16; 18:36.

Dove non c’erano conflitti tra la coscienza cristiana e gli interessi secolari, gli anabattisti riconoscevano che era giusto rispettare lo stato e ubbidirgli. Ma un anabattista non si sarebbe immischiato nella politica, non avrebbe ricoperto una carica civile, non sarebbe stato un magistrato, né avrebbe fatto giuramenti. Poiché rigettava qualsiasi forma di violenza e di uso della forza, non avrebbe fatto né la guerra né il servizio militare. — Marco 12:17; Atti 5:29; Romani 13:1-7; 2 Corinti 10:3, 4.

Gli anabattisti osservavano elevate norme morali vivendo in modo semplice, ed erano fondamentalmente liberi da beni e desideri materialistici. A motivo del loro amore reciproco, spesso fondavano delle comunità, anche se la maggioranza di loro non accettava la vita in comune come modo di vivere. Ricordando che tutto appartiene a Dio, comunque, erano sempre pronti a usare i propri possedimenti materiali per il bene dei poveri. — Atti 2:42-45.

Studiando attentamente la Bibbia, e in particolar modo le Scritture Greche Cristiane, alcuni anabattisti respinsero la dottrina trinitaria di tre persone in un solo Dio, come attestano certi loro scritti. Il loro culto in genere era piuttosto semplice, e un posto particolare era riservato alla Cena del Signore. Respingendo le opinioni tradizionali cattoliche, luterane e calviniste, per loro celebrare questo evento significava commemorare la morte di Gesù. “Per loro”, scrive R. J. Smithson, “si trattava della celebrazione più solenne alla quale un cristiano potesse partecipare, dato che significava rinnovare il patto sulla base del quale il credente dedicava senza riserve la propria vita al servizio di Cristo”.

La persecuzione . . . e dopo

Gli anabattisti furono incompresi, come era successo ai primi cristiani. Come nel caso di questi ultimi, si pensava che gli anabattisti volessero sovvertire l’ordine sociale costituito, ‘mettendo sottosopra la terra abitata’. (Atti 17:6) A Zurigo, in Svizzera, le autorità collegate col riformatore Huldreich Zwingli se la presero in particolare col loro rifiuto di battezzare i bambini. Nel 1527, con grande ferocia, affogarono Felix Manz, uno dei capi anabattisti, e scatenarono una persecuzione così violenta contro gli anabattisti svizzeri da farli praticamente sparire.

In Germania gli anabattisti furono aspramente perseguitati sia dai cattolici che dai protestanti. Un comando imperiale, emanato nel 1528, comminava la pena capitale, senza alcun processo, a chiunque fosse diventato anabattista. In Austria la persecuzione spinse la maggioranza degli anabattisti a cercare scampo in Moravia, Boemia, Polonia, e più tardi in Ungheria e Russia.

Con la morte di tanti dei primi capi, era inevitabile che salissero alla ribalta gli estremisti. Costoro alterarono gli equilibri, portando grande confusione e il conseguente allontanamento dalle norme che avevano contraddistinto il periodo iniziale. Se ne ebbe una tragica conferma nel 1534, allorché questi estremisti si impossessarono con la forza del potere cittadino a Münster, nella Vestfalia. L’anno successivo la città fu ripresa a prezzo di un’immane strage e grandi atrocità. Questo episodio non corrispondeva ai veri insegnamenti degli anabattisti e contribuì non poco a screditarli. Alcuni di loro rinnegarono il nome “anabattisti” in favore di quello di “battisti”. Ma a prescindere dal nome scelto, continuarono ad essere vittime dell’opposizione, in particolare dell’Inquisizione cattolica.

Alla fine alcuni gruppi di anabattisti emigrarono in cerca di più libertà e pace. Oggi li ritroviamo nell’America Settentrionale e Meridionale, come pure in Europa. Molte confessioni religiose hanno subìto l’influenza dei loro insegnamenti originari: ad esempio, i quaccheri, i moderni battisti e i fratelli di Plymouth. I quaccheri condividono con gli anabattisti l’odio per la guerra e l’idea di avere la guida di una “luce interiore”.

La sopravvivenza degli anabattisti è oggi evidente soprattutto in due gruppi particolari. Il primo è quello dei Fratelli hutteriti (huteriani), che prende il nome dal loro capo che visse nel XVI secolo, Jacob Huter. Fondarono comunità in Inghilterra, Canada occidentale, Paraguay e Dakota del Sud (USA). L’altro gruppo è quello dei mennoniti, che prende il nome da Menno Simons, un uomo che si diede un gran daffare perché nei Paesi Bassi fosse dimenticato l’episodio negativo di Münster. Simons morì nel 1561. Oggi sia in Europa che nell’America Settentrionale si possono trovare mennoniti e mennoniti amish.

“Il modello” oggi

Per quanto gli anabattisti cercassero “il modello di sane parole”, non riuscirono a trovarlo. Anzi, come osserva K. S. Latourette nel suo libro A History of Christianity, “vigorosi missionari in origine, la persecuzione spinse molti di loro a ritrarsi in se stessi e a perpetuarsi tramite la riproduzione anziché mediante la conversione”. È quello che accade tuttora a quei piccoli gruppi che si possono far risalire al movimento anabattista. Il desiderio di restare separati dal mondo e dai suoi modi di fare li ha spinti ad adottare particolari modi di vestire, spesso incoraggiati dalla loro vita comunitaria isolata.

È possibile allora trovare “il modello di sane parole” oggi? Sì, ma ci vuole tempo e amore per la verità per scoprirlo. Perché non controllare se quello che credete corrisponde al “modello” rivelato da Dio? Non è difficile distinguere una tradizione concepita da uomini da un fatto scritturale. I testimoni di Geova della vostra zona saranno lieti di aiutarvi, poiché loro stessi apprezzano il modo in cui sono stati aiutati a comprendere “il modello di sane parole”.

[Nota in calce]

Vedi La Torre di Guardia del 1° febbraio 1982, pagine 12-15.

[Foto a pagina 23]

I testimoni di Geova aiutano molte persone a comprendere “il modello di sane parole”
claudiofalco
00lunedì 15 ottobre 2007 19:07
Re: W 15/11/87
La Primula Rossa, 15/10/2007 18.50:



Gli anabattisti e “il modello di sane parole”

[Nota in calce]

Vedi La Torre di Guardia del 1° febbraio 1982, pagine 12-15.

[”


vedi la torre di guardia,vedi la torre di guardia.............
ma voi,la Bibbia proprio mai,eh?


La Primula Rossa
00lunedì 15 ottobre 2007 19:12
Guarda che qui ho postato delle cose "a favore" degli evangelici.
claudiofalco
00lunedì 15 ottobre 2007 19:55
Re:
La Primula Rossa, 15/10/2007 19.12:

Guarda che qui ho postato delle cose "a favore" degli evangelici.


che tu posti cose a favore o contro gli evangelIci,non è importante. mi piacerebbe però sapere perchè,invece di citare la Bibbia citi la torre

La Primula Rossa
00lunedì 15 ottobre 2007 20:51
Ho solo voluto citare alcune cose sugli evangelici visto che questa sezione è aperta anche ad altre religioni. Così per discuterne.
claudiofalco
00lunedì 15 ottobre 2007 22:18
Re:
La Primula Rossa, 15/10/2007 20.51:

Ho solo voluto citare alcune cose sugli evangelici visto che questa sezione è aperta anche ad altre religioni. Così per discuterne.


CONTINUI A SFUGGIRE ALLA MIA DOMANDA:
perchè citi la torre di guardia e non la Bibbia?


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